T. Krishnamacharya si riferiva alla sua pratica yoga semplicemente come yoga, ma coniò anche il termine “Vini-Yoga”, che significa che i movimenti sono meno statici e più fluidi e adattati al praticante.
Suo figlio T.K.V Desikachar continuò questo approccio, che oggi è essenzialmente inteso come Vini-Yoga. Un principio è che gli esercizi vengono costantemente adattati alle esigenze e alle capacità dello studente in lezioni individuali o in piccoli gruppi. Il rapporto individuale tra insegnante e allievo gioca un ruolo importante.
L‘esercizio è semplice, calmo e poco teso. I movimenti lenti e fluidi sono abbinati alla respirazione. Ecco uno dei pochi esempi che si possono trovare su internet:
Uno studente molto conosciuto è l’indiano Sriram , che insegna sia in India che in Germania.
Maggiori informazioni su T.K.V. Desikachar – Vini Yoga
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